mercoledì 27 aprile 2016

Dall'Alaska a New York, in crociera sfidando i mari del Nord

PIU' di un secolo dopo, il "Titanic" ci riprova, sfidando le acque dei mari del Nord. Il prossimo agosto la nave da crociera di lusso Crystal Serenity salperà dall’Alaska in direzione New York, solcando le gelide acque dell’Artico: sarà la prima grande imbarcazione ad affrontare il delicato passaggio a Nord Ovest, che il progressivo scioglimento dei ghiacciai (nel 2015 la calotta polare ha raggiunto il record di riduzione invernale) ha reso transitabile soprattutto in estate, quando la copertura glaciale raggiunge i minimi stagionali. Se finora a seguire la rotta polare che unisce l’Atlantico al Pacifico erano solo navi di piccole dimensioni, l’avventura della Crystal segnerà l’inizio di una nuova stagione. Non senza preoccupazioni: con l’intensificarsi del traffico marittimo nell’area, la guardia costiera canadese e quella statunitense sono già al lavoro per affrontare incidenti e brutte sorprese che le acque capricciose della Groenlandia potrebbero riservare. Il 13 aprile gli ufficiali saranno impegnati nella simulazione di una grande operazione di salvataggio in situazioni complesse, come il naufragio a mille chilometri dal porto più vicino di una nave con molti passeggeri a bordo. 1700, per l’esattezza, tanti quanti ne trasporterà la Crystal, equipaggio compreso.

 Se qualcosa andasse storto, sarebbe un disastro”, ha riferito al Guardian Richard Beneville, sindaco di Nome, in Alaska, una delle cittadine comprese nell’itinerario turistico. “La maggior parte delle navi che passa di qui trasporta al massimo 150, 200 persone. Questa volta sarà molto diverso”. In caso di emergenza, infatti, i soccorsi potrebbero essere ardui non solo in mare, ma anche sulla terraferma. Nei piccoli insediamenti sulla costa lambiti dalle acque del grande Nord, la ricezione telefonica è spesso irregolare (ai passeggeri sarà vietato l’utilizzo dei telefoni cellulari per non intasare le reti degli Inuit), mancano le strade di comunicazione e i paesi che la Crystal toccherà durante la sua traversata non sono al momento preparati ad accogliere un gran numero di persone: l’ospedale di Nome, uno dei centri più popolosi della zona con tremila abitanti, conta in totale diciotto posti letto appena.

Comunque, l’idea di attrezzarsi in vista del turismo è già in cantiere, tanto più che questo villaggio affacciato sul mare di Bering mira a diventare un punto strategico del Nord del Paese: se nel 1990 gli attracchi per le imbarcazioni erano 35, nell’ultimo anno hanno superato le 730 unità. I numeri, per ora, gli danno ragione. Resi possibili dall’assottigliamento dei ghiacci dovuto al riscaldamento climatico, nel braccio di mare compreso tra Stati Uniti e Russia la guardia costiera ha registrato solo nel 2015 ben 540 attraversamenti, il doppio rispetto al 2008, da parte di navi cargo coreane, petroliere russe, chiatte e piccole crociere. E con il loro arrivo sono cresciuti anche i timori delle popolazioni locali, preoccupate non solo per la riduzione del ghiaccio (sempre più fragile e meno sicuro come piattaforma per la pesca), ma anche dai danni ambientali legati allo sversamento in mare di olii, combustibili e materiali inquinanti. Nel 2012 i cacciatori dell’isola di San Lorenzo, nei pressi dello stretto di Bering, trovarono foche e uccelli marini con le piume sporche d’olio; un anno prima i biologi avevano notato una misteriosa malattia che decimava le foche, mentre tra i volatili si diffondeva il colera aviario.

Proprio per garantire il rispetto dell’ambiente e della fauna locale, oltre alla sicurezza dei passeggeri, la Crystal accoglierà a bordo un’équipe di ricercatori, biologi, esploratori con già diverse spedizioni nell’Artico alle spalle e piloti dei ghiacciai. Ad accompagnare la più grande e lussuosa nave da crociera, anche un’imbarcazione rompighiaccio e due elicotteri. Scorteranno il lussuoso transatlantico da Seward, nel golfo dell’Alaska, fino a New York attraverso il mare di Beaufort e i fiordi di Baffin Island, seguendo la rotta che Roald Amundsen tracciò a inizio Novecento insieme alla sua ciurma. L’esploratore norvegese impiegò tre anni ad attraversare quel tratto, il “Titanic” dei giorni nostri lo farà in trentadue giorni. Prezzo del biglietto? Se nel 1912 la prima classe costava “mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento”, oggi si va dai 22.000 ai 120.000 dollari a testa. Ma non ci sperate, per questo giro è già tutto sold out.

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