PIU' di un secolo dopo, il "Titanic" ci
riprova, sfidando le acque dei mari del Nord. Il prossimo agosto la nave
da crociera di lusso Crystal Serenity salperà dall’Alaska in direzione
New York, solcando le gelide acque dell’Artico: sarà la prima grande
imbarcazione ad affrontare il delicato passaggio a Nord Ovest, che il
progressivo scioglimento dei ghiacciai (nel 2015 la calotta polare ha raggiunto il record di riduzione invernale)
ha reso transitabile soprattutto in estate, quando la copertura
glaciale raggiunge i minimi stagionali. Se finora a seguire la rotta
polare che unisce l’Atlantico al Pacifico erano solo navi di piccole
dimensioni, l’avventura della Crystal segnerà l’inizio di una nuova
stagione. Non senza preoccupazioni: con l’intensificarsi del traffico
marittimo nell’area, la guardia costiera canadese e quella statunitense
sono già al lavoro per affrontare incidenti e brutte sorprese che le
acque capricciose della Groenlandia potrebbero riservare. Il 13 aprile
gli ufficiali saranno impegnati nella simulazione di una grande
operazione di salvataggio in situazioni complesse, come il naufragio a
mille chilometri dal porto più vicino di una nave con molti passeggeri a
bordo. 1700, per l’esattezza, tanti quanti ne trasporterà la Crystal,
equipaggio compreso.
Se qualcosa andasse storto, sarebbe un disastro”, ha riferito al Guardian Richard Beneville,
sindaco di Nome, in Alaska, una delle cittadine comprese
nell’itinerario turistico. “La maggior parte delle navi che passa di qui
trasporta al massimo 150, 200 persone. Questa volta sarà molto
diverso”. In caso di emergenza, infatti, i soccorsi potrebbero essere
ardui non solo in mare, ma anche sulla terraferma. Nei piccoli
insediamenti sulla costa lambiti dalle acque del grande Nord, la
ricezione telefonica è spesso irregolare (ai passeggeri sarà vietato
l’utilizzo dei telefoni cellulari per non intasare le reti degli Inuit),
mancano le strade di comunicazione e i paesi che la Crystal toccherà
durante la sua traversata non sono al momento preparati ad accogliere un
gran numero di persone: l’ospedale di Nome, uno dei centri più popolosi
della zona con tremila abitanti, conta in totale diciotto posti letto
appena.
Comunque, l’idea di attrezzarsi in vista del turismo è già in cantiere,
tanto più che questo villaggio affacciato sul mare di Bering mira a
diventare un punto strategico del Nord del Paese: se nel 1990 gli
attracchi per le imbarcazioni erano 35, nell’ultimo anno hanno superato
le 730 unità. I numeri, per ora, gli danno ragione. Resi possibili
dall’assottigliamento dei ghiacci dovuto al riscaldamento climatico, nel
braccio di mare compreso tra Stati Uniti e Russia la guardia costiera
ha registrato solo nel 2015 ben 540 attraversamenti, il doppio rispetto
al 2008, da parte di navi cargo coreane, petroliere russe, chiatte e
piccole crociere. E con il loro arrivo sono cresciuti anche i timori
delle popolazioni locali, preoccupate non solo per la riduzione del
ghiaccio (sempre più fragile e meno sicuro come piattaforma per la
pesca), ma anche dai danni ambientali legati allo sversamento in mare di
olii, combustibili e materiali inquinanti. Nel 2012 i cacciatori
dell’isola di San Lorenzo, nei pressi dello stretto di Bering, trovarono
foche e uccelli marini con le piume sporche d’olio; un anno prima i
biologi avevano notato una misteriosa malattia che decimava le foche,
mentre tra i volatili si diffondeva il colera aviario.
Proprio per garantire il rispetto dell’ambiente e della fauna locale,
oltre alla sicurezza dei passeggeri, la Crystal accoglierà a bordo
un’équipe di ricercatori, biologi, esploratori con già diverse
spedizioni nell’Artico alle spalle e piloti dei ghiacciai. Ad
accompagnare la più grande e lussuosa nave da crociera, anche
un’imbarcazione rompighiaccio e due elicotteri. Scorteranno il lussuoso
transatlantico da Seward, nel golfo dell’Alaska, fino a New York
attraverso il mare di Beaufort e i fiordi di Baffin Island, seguendo la
rotta che Roald Amundsen tracciò a inizio Novecento insieme alla sua
ciurma. L’esploratore norvegese impiegò tre anni ad attraversare quel
tratto, il “Titanic” dei giorni nostri lo farà in trentadue giorni.
Prezzo del biglietto? Se nel 1912 la prima classe costava “mille lire,
la seconda cento, la terza dolore e spavento”, oggi si va dai 22.000 ai
120.000 dollari a testa. Ma non ci sperate, per questo giro è già tutto
sold out.
Nessun commento:
Posta un commento