mercoledì 17 dicembre 2014

Stasera mi cucino questo....Melanzane grigliate con tomino

martedì 16 dicembre 2014

Lanzarote

Ho letto molto interessata questo racconto su Lanzarote
Lo posto sul mio blog per trarre uno spunto per il mio prossimo viaggio.

Può un’isola in appena due giorni farti sentire il suo calore e continuare a donartelo nel tempo? La risposta è sì, e non parlo solo del calore vulcanico che a Lanzarote si sente ancora, ma del calore che scalda l’anima, dell’amore che un luogo trasmette, il calore delle persone che vivono e amano questa isola delle Canarie, che la custodiscono gelosamente!
Sono atterrata in quella terra arida senza sapere nulla di lei, volevo scoprirla senza avere troppe aspettative. Le aspettative si sa non fanno mai troppo bene.
Un’isola secca, brulla, dove l’acqua non si trova nel sottosuolo, dove le uniche piante sono cactus spinosi e dei vigneti molto particolari, e gli unici animali le capre.
Lanzarote è formata da 140 vulcani, ormai non più attivi, che sparsi sulla superficie creano un paesaggio lunare di un fascino unico. Lo sguardo si perde sulla terra che sfuma dal marrone al nero, che brilla col sole e si infuoca al tramonto.
Io non avevo mai visto un luogo così, ed ora non vedo l’ora di tornarci per riassaporarlo, per riviverlo.
E’ caldo, è primavera tutto l’anno, è un clima fantastico che non ti fa dire che fa troppo caldo o troppo freddo, è semplicemente il clima perfetto per un viaggio, per una vacanza, per una sosta lontano dal caos, ma vicino a casa.
Un’isola che con poco offre tanto, dove la vita scorre lenta, scandita da un tempo che quasi non esiste. Tutto è “rilassato”, e di conseguenza ti rilassi anche tu.
L’isola offre una miriade di cose a da fare e da vedere che per forza ci devi restare una settimana, o alla peggio ci devi ritornare.
Una tappa obbligatoria è il Parco Nazionale del Timanfaya.  L’ho visto per la prima volta in assoluto, molti invece indirettamente l’hanno visto sullo schermo di 2001 odissea nello spazio, il film di Kubrik. Che dite, rende l’idea il tipo di paesaggio che si ha di fronte? Il simbolo del parco è El Diablo, un diavoletto che, a quanto dicono le leggende locali, pare prevedesse  le eruzioni vulcaniche dell’isola.  Il parco è costituito da lava, di diverse eruzioni, di diverse tipologie, ma tutto di lava. Aspre colline di pietra nera creano uno scenario suggestivo. La visita si può fare solo su pullman organizzati, ed è vietato fermarsi a fare foto o passeggiate per non deturpare in qualche modo l’ambiente. All’interno del parco si può pranzare nel tipico ristorante che cucina carne alla brace con il calore che viene dalla terra, e assistere a scenografiche esibizioni di geyser!
Anche i vigneti La Geria, dove si coltivano i vitigni Malvasia, hanno attirato la mia attenzione. Le vigne crescono con le ceneri del vulcano e riescono a vivere grazie all’umidità che di notte assorbono. Crescono in condizioni estreme,  grazie all’ingegno di contadini che sono riusciti a creare un metodo per la produzione dell’ottimo vino. Il vento in questa isola in certi periodi è molto forte, e la tradizionale coltivazione risulterebbe insufficiente, così hanno pensato di piantare le vigne in buche coniche e di proteggerle con muretti di pietre a semicerchio a garantire la crescita. Il risultato? Vino superbo e paesaggio spettacolare.
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Belli da visitare sono tutti i paesini che costituiscono Lanzarote. Sono perfetti e tutti costruiti secondo un canone ben preciso. Case bianche fatte a L, per preservarsi dall’incessante vento. Teguise, per esempio, è un gioiellino. Di impronta coloniale l’antica capitale spagnola è rimasta intatta, anzi sembra proprio che il tempo si sia fermato in quelle stradine, con quelle insegne scritte direttamente sui muri degli edifici. Io non ci sono passata di domenica, ma mi hanno parlato molto bene del mercato che si tiene per le vie…mi sa che devo proprio ritornarci!
Merita una fermata la spiaggia di Famara. Onde alte, oceano a perdita d’occhio, e surfisti che aspettano l’onda perfetta. Una spiaggia ideale, fatta di poche persone: qualche turista che cammina a piedi scalzi mentre rabbrividisce se un’onda troppo lunga gli bagna i piedi, molti amanti dello sport, che con maestri o con tutta la loro indipendenza e passione affrontano acque adatte per imparare. Surf, Sup e la giusta dose di vento e coraggio.
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Non meno bella la spiaggia Papagayo, che si trova a sud di Lanzarote. Ci si arriva dopo una breve camminata che si conclude con una vista impareggiabile su varie calette che abbracciano un mare dal colore azzurro che quasi si confonde con il cielo. Le acque sono tranquille, e non fredde. Un bagno rigenerante sotto il sole è un  buon modo di ammirare e scoprire la meraviglia di quel luogo.











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Sulla costa ovest dell’isola c’è un piccolo villaggio di pescatori, El Golfo, e poco distante da esso la Laguna Verde,  una laguna spettacolare. E’ un cratere formatosi a ridosso del mare sprofondato sotto il suo stesso peso, e questo ha fatto sì che nella cavità formata sia defluita l’acqua marina. Vi lascio solo immaginare l’energia che il luogo, il mare, la laguna e i colori contrastanti riescono a dare. Il lago verde si staglia tra il blu del mare che si infrange sulle rocce e il nero del vulcano che lo circonda. Il suo forte e brillante colore verde è dovuto al tipo di alghe che la abitano. Purtroppo, o forse è meglio dire per fortuna, non ci si può avvicinare e toccare l’acqua, per preservarlo nel suo ambiente naturale.
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Un’altra attrazione dell’isola sono le opere di Cesar Manrique, un artista che è nato e vissuto a Lanzarote. Ha fatto della sua isola un museo a cielo aperto, creando opere d’arte in sintonia con l’ambiente. Lui usava solo materiali che la natura circostante gli donava. Lava, legno e ferro. Questo ha fatto sì che le sue opere fossero sparse nell’isola senza deturpare il paesaggio, ma con il solo scopo di arricchirlo. Il risultato è sorprendente “la natura al servizio dell’arte, e l’arte a quello della natura”.
La fondazione César Manrique (Jameos del Agua), da lui creata assieme a degli amici ha lo scopo di diffondere e sostenere l’attività artistica, ambientale e culturale. All’interno vi sembrerà di perdervi in paesaggi surreali, con quadri che sembrano finestre sul mondo , e finestre sul mondo che sembrano quadri. Giochi d’acqua e colori, quelli che un’isola piccola e aride riescono a dargli. Colori che hanno riempito la vita di César e che ora riempie quella di turisti che possono ammirare le sue opere.
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E sempre in tema di arte e natura vi consiglio un luogo fuori dal comune dove gustare un’ottima cena (non costosa) e magari ascoltare della musica. Il posto si chiama Jameos del Agua, ed è una grotta naturale e vulcanica che con l’intervento dell’artista citato sopra è diventato un punto di ritrovo. Una serie di tunnel illuminati al passaggio, e intervallati da piscine d’acqua creano giochi di colore a rendere l’atmosfera unica.  Anche questo un paesaggio lunare, suggestivo, che lascia il visitatore a bocca aperta. Oltre al ristorante,  in una cavità inferiore c’è un auditorium che ha un’acustica sorprendente e dove vengono fatti molti concerti . Tutto in armonia, tutto perfettamente integrato con l’ambiente, quasi una magia che però è reale.
Una meta, un sogno. Quest’isola mi ha conquistato!
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martedì 9 dicembre 2014

Alessandro, Caterina e i loro quattro bimbi: "Abbiamo mollato tutto per fare il giro del mondo"


Alessandro, Caterina e i loro quattro bimbi: "Abbiamo mollato tutto per fare il giro del mondo"
Storia della famiglia Gangemi: papà, mamma, figli di otto, sei, tre anni e uno di otto mesi. Hanno comprato un "Round the world ticket" e sono partiti a settembre: "Adesso siamo in India, dove passeremo il Natale. Torneremo a luglio 2015, chissà in quali condizioni...". La loro avventura raccontata in un blog

BOLOGNA - "Perché si deve vivere per poi lamentarsi di ogni cosa che si sta vivendo?". Alessandro e Caterina, 38 e 39 anni, sono partiti da questa domanda. Lui ex dirigente di un centro sportivo, lei pedagogista di un asilo nido, poco dopo l'estate hanno chiuso le valigie e, assieme ai loro quattro figli di età compresa tra gli otto mesi e gli otto anni, sono partiti per un viaggio. Mica un week-end in montagna. Ma un'avventura in giro per il mondo. Che raccontano giorno dopo giorno in un blog chiamato non a caso seinviaggio, il loro diario di bordo: "Adesso siamo India, dove trascorreremo il Natale. Torneremo in Italia alla fine di luglio del 2015. Ma non sappiamo in che condizioni".

"Spenderemo 40mila euro". Grecia, Turchia, India. Giappone, Stati Uniti, Messico. Il giro del mondo, appunto. I protagonisti di questa singolare avventura sono papà Alessandro, mamma Caterina e i loro bambini: Ines (otto anni), Miranda (sei), Vinicio (tre) e Martino (il più piccolo, otto mesi). La famiglia Gangemi al completo. "Ci siamo rivolti a un'agenzia canadese che si chiama Bootsnall per organizzare il nostro Round the world ticket, ossia un biglietto aereo particolare che ti permette di girare letteralmente il mondo a costi molto inferiori. Costa in tutto 12-13mila euro, circa duemila a testa per i voli aerei". Per l'intero viaggio contano di spendere "tra i 35 e i 40mila euro, compresi appunto i biglietti, gli spostamenti, i pernottamenti, cibo e spese varie. Il budget che stimiamo è comunque inferiore rispetto a quello necessario negli ultimi anni per sopravvivere a Bologna".

Ma quali difficoltà. Ci vuole coraggio, per fare una scelta del genere. Forse un po' di follia. Ma anche qualcosa di più: "La vita scorre velocissima e spesso neppure si riesce a guardarsi in faccia. Le giornate volano via, i bimbi crescono sballottati tra un corso e l'altro. La nostra qualità della vita era peggiorata" dicono Alessandro e Caterina, che da anni vivono a Bologna. Ma da qui a fare il giro del mondo...: "Le difficoltà più grandi sono quelle che uno si crea. Abbiamo lasciato il lavoro alla fine del 2013, allo scadere dei nostri contratti. Per l'istruzione dei nostri figli abbiamo già sperimentato l'anno scorso la scuola parentale (un tipo di formazione a domicilio, fuori dalle mura scolastiche, ndr). I visti necessari li abbiamo organizzati già dall'Italia". 
 n viaggio. Oggi la famiglia Gangemi è in India. "Potrei dire che stiamo molto bene, ma sarebbe riduttivo. Siamo iperstimolati da questi mesi d’India: ora siamo ad Auroville, probabilmente fino a Natale. I bimbi crescono velocemente e ci insegnano tantissimo. Noi adulti stiamo cercando di capire dove andare e quindi è un bel caos". La prima tappa del viaggio è stata Milano-Ikaria, "isola greca in cui si narra cadde Icaro dopo il volo verso il sole". Poi Atene, Istanbul, Mumbai. Questo viaggio li porterà a Bangkok, Tokyo, San Francisco, Città del Messico, New York. 
 Il blog. Proprio per raccontare questo incredibile viaggio in giro per il mondo, Alessandro e Caterina hanno aperto
 : seinviaggio.wordpress.com. Un diario di bordo, appunto: ci sono le foto, i racconti dei luoghi visitati, dei dettagliatissimi consigli rivolti a chi volesse fare un'esperienza simile. E poi delle informazioni personali, come la scelta di essere vegani "tendenti al crudismo: un buon 70% della nostra alimentazione, bimbi compresi, è fatta di cibo crudo"