mercoledì 10 agosto 2016

Ile de Porquerolles - Francia nascosta

L’ile de Porquerolles fa parte, insieme a Port- Cros e Levant, alle isole di Hyres, di fronte a Le Lavandou in Costa Azzurra. E’ la più grande delle tre isole e, nonostante questo, è lunga appena 7,5 km e larga 3. Situata sullo stesso parallelo di Cap Corse è di fatto il punto più meridionale della Costa Provenzale. Per tutto lo scorso secolo è stato il rifugio segreto per scrittori e letterati in cerca di ispirazione: Georges Simenon (vi ambientò il acconto Le Grand Langoustier – La spiaggia d’argento), Paul Valéry, Colette, Giraudoux, André Malraux,  Eugène-Melchior de Vogüé, Jean Paulhan, solo per citarne alcuni.
L’isola di Porquerolles è infatti contraddistinta da una natura ancora vergine ed incontaminata preservata con molto serietà dai suoi abitanti e dalle norme che la regolano. Su Porquerolles è infatti bandita la circolazione delle auto e l’unico mezzo autorizzato è la bicicletta. Questa l’ha trasformata nella meta ideale per chi ama le vacanza a contatto con la natura, una sorta di paradiso per i bikers e per chi adora passeggiare. Il paesaggio ripaga la ‘fatica’ con scorci meravigliosi: scogliere a picco, nella parte sud dell’isola, si lanciano nel blu del mare; sentieri panoramici l’attraversano e costeggiano alte scogliere a dirupo; spiagge dalla sabbia argentoavorio appaiono improvvisamente dalla macchia mediterranea  e stupiscono per la pace che sanno indurre e per il colore azzurro e scintillante delle acque che le lambiscono.
Durante l’inverno le mimose in fiore riempiono l’isola di colore e vita. Nei mesi di aprile e maggio, invece, si possono fare immersioni per giocare con i delfini. Il clima durante tutto l’anno è mite e rende ogni viaggio su Porquerolles un’esperienza unica e sempre gradevole. Le spiagge di sabbia fine si trovano a nord dell’isola. Quelle da non perdere assolutamente sono Plage de la Courtade, Plage de Notre Dame e Plage d’Argent. Sull’isola si trovano moltissimi noleggiatori di biciclette. Per raggiungere l’ile de Porquerolles si deve prendere il battello che parte dalla penisola di Giens. La traversata è di circa 30 minuti.

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Girona: una sorpresa spagnola

A Girona si arriva spesso di passaggio, diretti a Barcellona o da essa in partenza. E’, dopo il capoluogo (dal quale dista un centinaio di chilometri), uno dei maggiori centri della Catalunya (e anche baluardo dell’indipendentismo catalano) e somma in sé presenze d’interesse storico, artistico, architettonico.
Diverse le leggende attorno alla città di Girona e alle sue origini. Una di queste vorrebbe che il fondatore fosse Gerione, gigante con tre teste. Le testimonianze storiche dicono che fu fondata dai romani con il nome di Gerunda; conquistata poi dai visigoti, dagli arabi, passata all’Impero Carolingio, contraddistinta nel XIII secolo da una forte presenza ebraica, divenne parte del regno dei Cattolici di Spagna. In epoca moderna la sua già notevole cinta muraria venne fortificata per far fronte a tentativi d’assedio. E’ la stessa suggestiva cinta di mura che oggi racchiude gran parte del barri vell (centro storico in catalano) con le sue maggiori testimonianze.

Arrivo a Girona

Comodissimo giungere a Girona in treno o in autobus, da Barcellona e località vicine o dall’aeroporto. La stazione dista veramente poco dal centro e da un gran numero Alberghi . Oltre che visitare i più noti monumenti, è piacevolissimo scoprire angoli, viuzze, negozietti e locali particolari. Girona è anche nota per l’ottima gastronomia. Il consiglio è sicuramente quello di fermarsi almeno per una notte godendosi una serata tra piazzette, lungofiume, tapas tipiche e vini catalani.

Dalla stazione (dove è bene munirsi di mappa presso l’info point) partono autobus diretti verso il centro, ma ci si può muovere anche a piedi. Prendendo via Santa Eugenia, si arriva velocemente a incrociare Calle San Jaume II; la si attraversa, si prende Carrer Nou e si è prossimi al cuore di Girona, vicino al fiume Onyar e a uno dei suoi ponti più caratteristici, il Pont de Pedra (parte dell’antico tracciato Madrid-Francia), oltrepassato il quale si è nel barri vell: a destra si raggiunge facilmente Plaza Catalunya mentre a sinistra si apre la Rambla de la Libertat. Il viale storico di Girona percorre la città parallelamente al fiume; nel medioevo luogo di mercato, oggi la Rambla con i suoi porticati, negozi e locali all’aperto è simbolo della vitalità cittadina.

Il centro storico e le mura di Girona

Nel piccolo centro di Girona tutto è molto vicino e concentrato. Ecco cosa non può mancare durante la visita anche di un solo giorno:
La passeggiata lungo la Rambla (mantenendo il fiume sulla sinistra) permette di ammirare palazzi storici, antiche piazzette e il più famoso ponte sull’Onyar, il Ponte Eiffel al quale si accede tramite il passaggio Peixateries Velles. Il ponte si trova proprio all’incrocio dei quattro fiumi (Onyar, Güell, Galligants e Ter) che a Girona si uniscono. Progettato dallo stesso architetto della più celebre torre parigina e costruito nel 1877, Il Ponte Eiffel è una struttura in ferro dipinta di rosso. Dal ponte è possibile ammirare scorci delle casas penjades, le famose case colorate che si affacciano lungo il fiume, costruite e sovrappostesi durante i secoli.
Il percorso lungo la Rambla prosegue in Carrer de la Argenteria e poi in Carrer de les Ballesteries. Sulla destra varie stradine conducono nell’antico ghetto ebraico, un intrico di vicoli medievali dove la comunità ebraica di Girona visse per più di seicento anni (prima dell’espulsione nel 1492), dando vita nel XIII secolo alla prima scuola di cabala in territorio iberico. Nel quartiere sono presenti il Museo Ebraico e la suggestiva sinagoga.
Rimettendosi sul corso principale e proseguendo in carrer Pujada de Sant Felieu, si giunge in una delle zona della città con più monumenti e testimonianze: attorno alla Piazza della Cattedrale e in piazze minori e limitrofe sorgono infatti il Museo di Storia di Girona, il Museo d’Arte, la chiesa di Sant Felieu e quindi l’imponente Cattedrale di Santa Maria di Girona.

Si tratta di una chiesa a pianta basilicale, costruita tra l’XI e il XIII secolo e rimaneggiata fino al XVII secolo, con una conseguente mescolanza di stili. Fu costruita nel punto più alto della città, luogo in cui prima sorgeva una moschea, sovrapposta ai resti di un tempio romano. Si tratta della chiesa con la navata gotica più larga del mondo e la seconda più grande di qualsiasi stile dopo quella di San Pietro in Vaticano. Imponente la scalinata che conduce all’ingresso dell’edificio. Nella piazza della Cattedrale, spicca un palazzo barocco, Casa Pastorale, oggi sede degli uffici giudiziari.
La chiesa di San Felieu, iniziata al principio del XII secolo, sopra la tomba di San Felice l’africano, è stata costruita con un sormontarsi di stili, tra i quali emergono strutture gotiche (abside, torre campanaria, decorazioni interne), romaniche (pilastri e archi delle navate), barocche (scalinate e facciata principale). All’interno vi è la tomba di san Narcìs. Di fronte alla scalinata di questa chiesa si trova la Lleona, il simbolo di Girona. Si tratta di una statua di origine medievale rappresentante una leonessa arrampicata su una piccola colonna. L’originale si trova oggi nel vicino Museo d’Arte, mentre quella esposta è una riproduzione.
Riprendendo il cammino lungo Pujada de Sant Felieu, si giunge ai Bagni Arabi, antichi bagni pubblici e termali, costruiti durante la presenza musulmana in città. Particolare l’alta cupola con lucernario. Poco distante sorge il Monastero di San Pere de Galligants sorto tra il X e il XII secolo sulle rovine di un antico edificio pre-romanico. Oggi dentro al monastero si trova un museo archeologico che conserva reperti storici collegati alla città di Girona.

La bellissima cinta muraria camminabile (Paseo de la Muralla) è un tragitto immancabile. Da percorrere prima o dopo la visita del centro storico (io suggerisco dopo). La cinta muraria offre una passeggiata di circa 40 minuti con ingressi in più punti e vedute suggestive su tutta la parte storica della città e oltre. Le mura conducono nella parte più a nord fino a Montjuic, o monte dei giudei, luogo di natura e quiete, anticamente cimitero ebraico, collocato appunto fuori dalle mura.
Localini spesso all’aperto, tapas bar, vinoteche animano le strade del centro di Girona, da quelle più battute alle vie più nascoste. Luogo di grande ritrovo è sicuramente, fuori dal centro storico ma in prossimità, Piazza dell’Indipendenza, forse la zona di maggior movida per i giovani in città, con locali alla moda e discoteche.
Manifestazione tipica di Girona e di grande richiamo: nel mese di maggio ogni anno si celebra la festa Temps de Flors, dedicata appunto alla stagione delle fioriture. Diversi gli eventi in città collegati alla manifestazione principale. E per l’occasione diventano ancora più suggestive le vie del centro, abbellite con creazioni e presenze floreali uniche.

Saragozza in 2 giorni

La sagoma della Basilica del Pilar con il fiume Ebro che scorre ai suoi piedi, magari all’ora del tramonto, è una delle immagini più ricorrenti e identificative di Saragozza, perla e capoluogo dell’Aragona, nel nord-est della Spagna.
Per chi arriva in treno, magari dalla costa, d’estate, il viaggio – guardando fuori dal finestrino – è già una scoperta. Rigogliosa vegetazione catalana, vigneti, poi zone dall’aspetto desertico, con la terra spaccata dal sole, nessuna coltivazione, nessun villaggio per chilometri, pale eoliche come moderni mulini a vento – simbolico richiamo a una Spagna letteraria – sullo sfondo del cielo terso blu.
Fondata nel 24 a.c. con il nome di Caesaraugusta (unica città romana a portare il nome completo dell’imperatore), Saragozza è stata protagonista del susseguirsi di popoli, culture, religioni. Iberi, romani, visigoti, cristiani, arabi e poi la reconquista hanno determinato un sovrapporsi di storia, testimonianze, influenze.

Per apprezzare i vari aspetti della città, compresa la gastronomia (tra le più rinomate di Spagna), è consigliabile fermarsi a Saragozza almeno due giorni.

Primo giorno: Basilica del Pilar, centro storico, Museo Goya

Ore 10:00. Dopo colazione, partiamo a conoscere Saragozza proprio dal cuore della città. 
E’ infatti attorno alla grande Piazza del Pilar che si trovano alcuni degli edifici e delle testimonianze più significative. Nella piazza c’è un ufficio informazioni dove è opportuno munirsi di mappe cittadine (compresa quella dei trasporti) e qualche volantino o libricino sui luoghi da visitare.
La Basilica di Nostra Signora del Pilar è la presenza che domina l’omonima piazza. Santuario mariano più grande al mondo, è uno dei più importanti luoghi di culto in Spagna. Secondo la tradizione, la Basilica è stata fondata dall’Apostolo Giacomo (che a Saragozza si riuniva con i primi convertiti al Cristianesimo) dopo che Maria, ancora vivente a Gerusalemme, gli era apparsa in carne e ossa, seduta su un pilastro (pilar) chiedendo la costruzione della chiesa.
L’attuale santuario, di dimensioni gigantesche, fu eretto a partire dagli ultimi decenni del 600. La Basilica presenta un’imponente e ricca struttura barocca. Al suo interno, l’affresco che decora la volta e la cupola costituisce una delle opere più rilevanti di uno dei maggiori pittori spagnoli, Francisco Goya. Nelle tre navate e undici cappelle sono visibili le influenze del barocco romano e in particolare del Bernini. Un affresco sull’altare riproduce l’evento dell’apparizione della Vergine a San Giacomo.
 In onore della Madonna del Pilar, ogni anno si celebrano grandi feste, solitamente dall’11 al 18 ottobre e in queste occasioni si balla la jota, danza sacra e popolare.
11:30. 
Usciti dalla Basilica, dopo una pausa caffè o bibita fresca, passiamo alla Lonja, che sorge proprio accanto. Nato nel XVI secolo come luogo per le contrattazioni commerciali, in questo edificio in mattoni, un occhio esperto può notare influenze dei palazzi fiorentini del Quattrocento italiano ma con sfumature proprie del mudéjar. La Lonja risulta il più importante palazzo rinascimentale dell’Aragona. Oggi è adibito a sala espositiva.
12:30. 
Ci dirigiamo verso uno dei luoghi che più testimoniano l’epoca romana della città. Dalla Lonja, prendendo Calle Don Jaume I, camminiamo cinque, dieci minuti fino a incrociare Calle San Jorge; da qui si passa a Calle San Andres e poi Calle Veronica e arriviamo al Teatro Romano. Il Teatro e il Museo del Teatro fanno parte della Ruta de Caesaraugusta, un itinerario alla scoperta della Saragozza romana, comprendente anche il museo del porto fluviale, l’antico foro, le terme. Per chi ha  un giorno in più di vacanza, è un percorso interessante, suggestivo e ben organizzato 
 Ore 13:30. 
E’ ora di pranzo: perdiamoci tra i vicoli del centro storico leggendo i menù dei locali, senza troppo allontanarci dalla piazza del Pilar dove torneremo nel pomeriggio. Molti i tapas bar o ristoranti con tavoli all’aperto in angoli caratteristici, piazzette, cortili. La gastronomia, molto curata e di qualità, è qui particolarmente a base di carne, salumi e verdure, ma non mancano specialità di formaggi o pesce (soprattutto di fiume). Da provare: Bar Erzo e La Pilara.
Ore 15:00. 
Riprendendo Calle Don Jaume I, arriviamo velocemente alla Cattedrale del Salvatore, che sorge a una delle estremità della stessa piazza del Pilar. L’edificio somma in sé una mescolanza di stili, dal gotico al mudejar al barocco, che gli conferiscono un fascino particolare. La cattedrale fu eretta sul sito dell’antico foro romano di Augusto e della moschea maggiore della Taifa (piccolo stato musulmano) di Saragozza. L’edificio fu iniziato nel XII secolo in stile romanico ed è stato poi rimaneggiato e ampliato. La facciata attuale è in stile neoclassico mentre la torre del campanile fu realizzata alla fine del ‘600 su disegni inviati da Roma dall’architetto barocco Giovan Battista Contini ma conserva impronta dell’antico minareto.
 All’interno della Cattedrale si trovano il Museo Capitolare (raccolta di oggetti di culto, oreficerie e dipinti) e il Museo degli Arazzi con un’importante e molto suggestiva collezione di arazzi francesi e fiamminghi.
16:30. 
Poco distante dalla Cattedrale, all’interno di uno splendido palazzo rinascimentale, si trova il Museo Goya, che ospita una parte importante della produzione del pittore di epoca moderna Francisco Goya, ma anche sue incisioni, disegni (tra questi spicca Il sonno della ragione genera mostri) e opere di pittori cui l’artista si rifece o che a lui si ispirarono.
18:00. 
Dopo una giornata tra storia, archeologia e arte, concediamoci una rilassante passeggiata lungo il fiume Ebro, magari fermandoci in un baretto per un aperitivo.
20:30. 
Organizziamoci per la cena. A Saragozza, diversamente che in altre città della Spagna, si cena ad orari per noi più consueti e molti locali chiudono verso le 23:00. Per avere certezza di trovare posto e cenare, meglio non temporeggiare troppo e incamminarsi a scegliere tra i tanti locali che offrono specialità tipiche ma anche tapas. Da assaggiare sicuramente i piatti a base di funghi, peperoni, il prosciutto aragonese e i vini della zona.

Secondo giorno a Saragozza

Ore 10:00. Ci dirigiamo verso un’altra zona della città, la nostra meta è l’Aljaferìa. Diverse le linee di superficie che vi arrivano (20, 21, 22, 25, 31, 32, 33, 36 e 51).
 Grande costruzione dell’epoca araba, il Palazzo fortificato risale alla seconda metà del IX secolo.
Insieme alla Moschea di Cordoba e all’Alhambra di Granada è una delle maggiori testimonianze islamiche in Europa. In origine adibito a residenza della dinastia dei Banu Hud, della quale voleva riflettere la grandezza, nel corso dei secoli il palazzo è stato più volte modificato: prima palazzo islamico, poi palazzo cristiano-medioevale, residenza dei Re cattolici e a seguire le ristrutturazioni e ampliamenti di epoca moderna e contemporanea; oggi l’Aljaferìa è sede della Cortes de Aragon, il parlamento regionale della comunità autonoma d’Aragona.
 Ore 12:00. 
Usciti dalla splendida fortezza, ci dirigiamo nei dintorni per acquistare ciò che ci servirà per il pranzo al sacco. Panini con jamon o tortilla, insalate da asporto e si riparte. Non rinunciamo infatti a una visita al sito dell’Expo 2008 (Autobus Ci1 e 2).
Nonostante le grosse, motivate (ndr), critiche al non riutilizzo di molte delle grandi e avveniristiche strutture innalzate per l’esposizione universale, è sicuramente piacevole e interessante una passeggiata nel Parco dell’Acqua, tra spazi verdi, canali, fontane, laghetti che ospitano tante specie di uccelli acquatici.
L’Expo, dal tema Acqua e sviluppo sostenibile, fu realizzata in un’ansa naturale dell’Ebro, e oggi ospita l’Acquario fluviale più importante d’Europa. Presenti alcune grandi strutture come la Torre dell’Acqua, ex padiglioni, l’anfiteatro, un’area con piscine. A dominare la zona Expo, il Ponte del Terzo Millennio  ideato da Zaha Hadid e la funicolare che permette di vedere tutta l’area e gran parte della città dall’alto.
 Ore 17:30
. Una passeggiata per fare acquisti prima della partenza. Le zone più consigliate sono lungo Viale Indipendencia, dove si trovano i negozi più noti e commerciali (Corte Ingles incluso), e soprattutto Via Alfonso I, dove invece ci sono negozietti più particolari, alcuni etnici, e negozi dedicati a prodotti tipici spagnoli e in particolare aragonesi. Passeggiando tra le vie e le piazze di Saragozza, può capitare con facilità di imbattersi in uno dei tanti mercati all’aperto oppure in un mercato coperto, dove fare acquisti soprattutto alimentari. Particolare e caratteristico in giugno El mercado medieval de las tres culturas.
Ore 20:30
. Concludiamo in bellezza con una cena in uno dei tipici ristorantini del centro, sbizzarrendoci tra tapas gustose e vini aragonesi (Los Victorinos, Calle Jose de la Herrera, 6

martedì 2 agosto 2016

Tra Abruzzo e Lazio: 100 chilometri a piedi lungo il "Cammino dei briganti"

Cento chilometri da percorrere lentamente a piedi tra il Lazio e l’Abruzzo, alla scoperta di paesi medievali e natura selvaggia per ripercorrere una pagina della riunificazione dell’Unità d’Italia. E' “Il Cammino dei Briganti”, una nuova proposta della Compagnia dei Cammini, l’associazione che dal 2010 promuove il turismo responsabile. 

 L'itinerario si snoda tra i confini del Cicolano e la Marsica, tra Lazio e Abruzzo. I briganti non erano malviventi, ma coloro che difendevano queste terre dall’invasione dei Sabaudi, i nuovi padroni arrivati dal nord che avevano decuplicato le tasse e imposto la leva obbligatoria a chi non poteva sottrarsi dall’obbligo di custodire la terra. Il percorso fa rivivere una storia di 150 anni fa, fatta anche di rapimenti, riscatti, violenza e soprusi, una storia che va conosciuta per ciò che è stato e che ha poi generato difficili equilibri del nostro Paese. Una storia da ripercorrere a piedi, lungo un cammino di paese in paese, ben percorribile e segnato, con posti tappa attrezzati.

Il cammino si compie in sette giorni ed è di media difficoltà: si sviluppa su quote medie tra gli 800 e i 1300 metri di quota, alle pendici del Monte Velino, terza cima degli Appennini. Tra boschi e montagne, si ripercorrono dunque le orme dei briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Si parte da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo (ricordato anche nell'Inferno di Dante), per proseguire verso Valdevarri nel Lazio, dove le donne ancora lavano il bucato alla fonte e Nesce, dove passò anche San Francesco nei suoi viaggi. Paesi quasi disabitati e poco noti, dove l'incontro con gli abitanti è ancora autentico e sempre sorprendente. Poi si rientra in Abruzzo e si giunge a Cartore, magico borgo alle pendici del Velino che fu sede dell'omonima banda di briganti, con una puntata al Lago della Duchessa (1.788 m), incastonato in una delle più belle cornici dell’Appennino a dominare la piana del Cicolano e della Marsica. Poi Santa Maria in Valle, capolavoro del Romanico, Rosciolo e Scurcola Marsicana, i borghi della Marsica più conservati nel tempo, per poi chiudere l'anello di nuovo a Sante Marie.

lunedì 1 agosto 2016

Offerta Grecia a settembre - Corfu'

Pacchetto di  4 giorni  Volo piu' Hotel   129 Euro

partenza da Bergamo venerdi 16 Settembre con volo Ryanair  e rientro lunedi 19 settembre


Hotel : Lefkimi (Kavos)


Laghi di Plitvice in Croazia

Ho avuto la fortuna di visitarli lo scorso anno durante il nostro soggiorno all'Isola di Krk ed ho già scritto in merito; riporto pero' volentieri un'altro articolo di  Donna Moderna che potrebbe essere un ottimo suggerimento per coloro che ancora dovessero decidere la metà per l'estate 2016
Sono davvero uno spettacolo della natura

Chi ha bisogno di volare fino in Thailandia per il Cheow Lan Lake quando a due passi dall'Italia abbiamo il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice. Sconosciuto ai più, questa meraviglia della natura si trova a soli 140 km da Zagabria ed è composta da 16 laghi collegati tra loro da cascate e ruscelli e circondati da fitte foreste in cui vivono diverse specie animali.
 Il Parco di Plitvice si divide in due parti: la parte superiore i cui laghi si trovano in una valle dolomitica circondati da foreste e collegati da spettacolari cascate, e la parte inferiore dove si possono vedere laghi più piccoli e vegetazione più bassa.
Nell'area del Parco vivono numerose specie animali, tra cui orsi, lupi, cinghiali, volpi e tassi, e diverse specie di uccelli.
Oltre le passerelle di legno, per gli spostamenti all'interno del parco, vengono messi a disposizione battelli elettrici, barche e un trenino. 

La mappa dei laghi e dei percorsi è disponibile da acquistare all'ingresso del Parco e costa circa 20 kune - vi trovate segnalati i laghi (16), le stazioni di sosta (5 con bagni, punti ristoro e tavolini per pic-nic) e gli 8 percorsi suddivisi a seconda del tempo di percorrenza (2 ore per visitare solo una parte dei laghi, 4-6 ore per visitarli tutti).
Per visitare tutto il Parco Nazionale di Plitvice ci si impiegano 6/8 ore camminando - con le dovute soste per fotografare, bere e godersi la bellezza della natura circostante, ovviamente!
E' possibile suddividere la gita in due parti, pernottare vedere tutto il Parco : il biglietto per visitare il parco per 2 giorni costa 90 kune in bassa stagione e 280 kune in alta stagione - sono compresi tutti gli spostamenti con barche elettriche e trenini all'interno del Parco.


Nel 1979 sono stati proclamati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO

Stop-over lungo? Il city tour lo organizza l'aeroporto. O il vettore

C’è chi come Emirates offre specifici “welcome pack” per i passeggeri in scalo. Chi punta invece su un mix delle mete più gettonate del Paese, come il Qatar, da gustare in poco tempo o chi propone di estendere la durata della coincidenza (Klm). Ancora, ci sono aeroporti, compagnie aeree o tour operator privati che vi portano in gita in città (Seoul e Singapore ma anche Copa Airlines di Panama, Francoforte o Taipei) a patto che disponiate di un ragionevole lasso di tempo fra un volo e l’altro.

Un lungo scalo, legato magari a una rotta intercontinentale piuttosto articolata o a un ritardo, viene di solito associato a noiose e sonnolente attese in aeroporto. Se non a vere e proprie crisi. Se è vero che alcuni aeroporti sono magnifici e offrono numerose opportunità di svago e approfondimento, essi stessi mete turistiche a tutto tondo, a volte può non bastare. Magari le ore sono davvero molte e dunque può valere la pena – fin dalla prenotazione – puntare a uno stopover, cioè a una fermata volontaria superiore alle 24 ore all’interno di un itinerario di volo. Oppure, se le ore sono di meno ma comunque troppe da ingannare fra caffè e poltrone, concedersi un breve tour o una gita nella città di scalo. Improvvisando.

D’altronde numerosi aeroporti e compagnie aeree hanno iniziato a offrire ai viaggiatori delle vere e proprie visite guidate alla scoperta della città, pensate ovviamente in base ai tempi di sosta, per trasformare un’irritante interruzione in una tappa aggiuntiva e magari inattesa della propria vacanza. Skyscanner, piattaforma leader nella ricerca di viaggi che offre un servizio gratuito di ricerca voli, hotel e noleggio auto, ne ha messi insieme alcuni, senz’altro fra i più affascinanti.

 A Dubai Emirates offre diversi servizi di stopover – come detto, cioè, propone una sosta vera e propria inclusa nell’itinerario di volo – compreso un pacchetto di benvenuto con informazioni sulla città e accordi con numerosi hotel. A Londra Heathrow, invece, la situazione si risolve da soli, col rapidissimo treno Heathrow Express che in 15 minuti vi porta alla stazione di Paddington o con un tour di tre ore e mezza in taxi a 300 euro. E se Qatar Airways offre ai viaggiatori in transito all’hub di Doha un tour gratuito (con visto incluso) che comprende quattro mete come l’isola artificiale The Pearl-Qatar, il Katara Cultural Village, il suq di Waqif e il Museo d’arte islamica e dura quasi tre ore, l’olandese Klm propone l’estensione della durata dello scalo per alcune tratte intercontinentali. Ma dallo scalo di Schipol si può anche partecipare a un giro di tre ore per Amsterdam con guida in auto (circa 100 euro) o pulmino (50).

Stesso scherma dagli aeroporti di Seoul-Incheon e Singapore-Changi, che – già magnifici di loro – offrono rapide escursioni. Nel primo caso la durata va da una a cinque ore (si raggiungono i templi Haedong Yonggungsa e Heungryunsa, i mercati di Shinpo e Singi e il palazzo Gyeongbokgung) nel secondo si possono scegliere invece due formule, a patto di disporre di almeno cinque ore e mezza: l’Heritage Tour nei quartieri più antichi della città-stato asiatica come Chinatown, Little India e Kampong Glam, o il City Sights Tour, che si concentra sul lato contemporaneo puntellato dalla ruota panoramica Singapore Flyer, i grattacieli del Marina Bay Sands e l’Esplanade.

Anche a Taipei partono ogni giorno due visite della capitale taiwanese, basta iscriversi al Tourist Service Center ai Terminal 1 e 2 per un veloce tuffo fra artigianato, templi (il Longshan, costruito nel 1738, è incluso solo nel giro pomeridiano) e storia nazionale con il Chiang Kai-Shek Memorial Hall. Allo scalo Narita di Tokyo occorrono invece almeno tre ore per partecipare a uno dei tre itinerari gestiti da guide locali volontarie. Natura, mercati, laboratori di scrittura giapponese, musei e il tempio buddhista Shinshoji – a una decina di chilometri dai terminal – fra le possibilità. Saltando invece dall’altra parte del Pacifico le soluzioni offerte dall’aeroporto internazionale di Los Angeles sono molte, su tutte le visite proposte dal sito Glitteratitours, come la soluzione classica fra Beverly Hills e Hollywood. Costa 300 euro a coppia per due ore. E se a Salt Lake City serve lo stesso tempo per visitare il tempio al centro della città nella marocchina Casablanca, se la coincidenza non è disponibile prima di un giorno, la compagnia Royal Air Maroc offre ospitalità in albergo.

Ancora, la finlandese Finnair invita i passeggeri a programmare uno stopover fino a cinque giorni proponendo dei giri su misura per tutti, da quello della capitale all’escursione nella vicina estone Tallinn fino ai pacchetti lusso per le mete più affascinanti del nord del Paese. E se avete almeno quattro ore a guidarvi in città potrebbe essere un abitante del posto. Costa 275 euro, meglio scegliere la soluzione in gruppo. Nell’aeroporto Keflavík di Reykjavík, infine, se la coincidenza richiede otto ore potrete assaggiare il parco nazionale di Thingvellir, il geyser Strokkur e le cascate di Gullfoss. La compagnia Icelandair propone anche stopover di più giorni (fino a 7) sulle rotte fra l’Europa e gli Stati Uniti.